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martedì 29 luglio 2014

Che pesci pigliare?



Settima ed ultima puntata della serie "Manca lavoro??" lunedi 28 luglio 2014

Per la serie completa vai al 2013

Accidenti! Se ne è passato del tempo! Direbbe il nostro impagabile Zorro. Forse abbiamo fatto aspettare un po’ troppo i nostri pochi (ma solo per ora) lettori. Il fatto è che ci siamo lasciati andare al vortice delle molte idee che quotidianamente mulinano nei nostri cervelli. Chissà da dove diavolo vengono! Rimediamo subito cercando di concludere, con questa settima puntata, il lunghissimo post "Manca lavoro??", con il quale è iniziata, circa un anno orsono, la nostra divertentissima (almeno per noi) "fatica".
Come abbiamo visto nel dettagliato esempio della "Acquacoltura Estensiva Lago Maggiore" la formula classica "libera iniziativa imprenditoriale privata uguale lavoro" è decisamente antiquata. In generale e in particolare. Assolutamente non all’altezza delle finalità sociali e culturali che una vera economia (cura della casa) dovrebbe, e forse perfino potrebbe, avere oggi come oggi. Non pensiamo proprio che si possa uscire dalla perdurante cosiddetta "crisi" con il modello economico che l’ha determinata. Questione lapalissiana eppure pervicacemente rimossa. Quello che stiamo cercando di fare in questo post, ma anche nell’intero blog, è proprio il tentativo di delineare i pilastri fondativi di un modello socio-economico nonchè antropologico-culturale, completamente diverso da quello attuale che possa garantire vera prosperità, vera pace, autentico benessere -che dovrà significare Essere Bene-, per le future generazioni. A cominciare dalla scala locale per finire, dopo tutti i passaggi intermedi, a quella planetaria. Proposte letteralmente dell’altromondo appunto! Siamo dell’idea che traguardi di questa natura e portata non possano essere conseguiti con un modello economico,come quello attuale, che pone alla base di tutto la remunerazione (sacrosanta di per sè ed in quanto tale) di capitale privato, "liberamente" investito in "libere" attività imprenditoriali private. Il famoso profitto d’impresa insomma. Nè, a maggior ragione, da economie centralmente ed autoritariamente pianificate. E allora? L’alternativa ad entambi i superatissimi modelli potrebbe essere quella che abbiamo tentato di delineare nella puntate precedenti. Vale dire un modello nel quale l’economia venga messa al servizio della realizzazione di un Progetto Esistenziale. Che cosa questo di preciso significhi sarà oggetto di una prossimoa serie di post. Basti qui accennare che per ProgettoEsistenzile intendiamo Progetto di Vita. Quale. Come. In funzione di quali obiettivi. Umani prima di ogni altra cosa. Dopo lo storico fallimento del Libero Mercato e del Socialismo Reale questa potrebbe essere, ci pare, una buona idea. Progetto Esistenziale elaborato (gli strumenti ci sono) in modo veramente democratico. Vale a dire con la partecipzione creativa di tutti i cittadini interessati ed a cominciare dalla dimensione locale. Rispetto a questo progetto esistenziale che sarà ad un tempo culturale, motivazionale, sociale, economico, politico e......filosofico, l’economia intesa in primo luogo come "forza produttiva reale", dovrà porsi quale strumento di realizzazione. Dove le quantità ed il tipo di prodotti da produrre verranno stabiliti democraticamente dalle Comunità in funzione del progetto esitenziale elaborato. L’esatto contrario di quanto è avvenuto ed avviene tuttora. Il concetto è semplicissimo. Il fatto che desta stupore è che si sia così restii a parlare di una cosa talmente importante. Dalla quale dipendono sia il fatto che siamo messi malissimo oggi e qui, sia il fatto che senza affrontare questo nodo non possiamo ragionevolmente pensare di venir fuori dalla terza "empasse" epocale del modello socio-economico nel quale viviamo (vedi il post "La Storia .......può insegnarci qualcosa?")
In pratica ed a partire dal livello locale gli indirizzi potrebbero essere quelli tratteggiati nella precedente puntata. Persino l’articolo 41 della Costituzione della Repubblica Italiana così recita:

Costituzione della Repubblica Italiana. Articolo 41.
"L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali." (grassetto e sottolineatura nostri)

Come si vede basterebbe applicare, ma veramente, il concetto previsto dalla nostra avanzatissima Carta.
Chiaramente andranno dettagliati tempi modalità e strumenti perchè il bel principio possa concretizzarsi veramente. Ed è quello che noi stiamo cercando di fare con i post del nostro blog. Se poi un modello di questo tipo possa mai andare d’accordo con quello attualmente in vigore, a questo punto nel mondo intero, resta la cruciale questione strategica. Aperta, apertissima ancorchè occulta ed occultata.
Evidentemente il progetto "Acquacoltura estensiva Lago Maggiore" voleva, e vuole, essere un esempio tra i moltissimi che si potrebbero fare. Vi ricordate il volantino che abbiamo trovato appallottolato in un cestino dei rifiuti. Andate a rivedervelo (prima puntata). Ognuno dei punti contenuti nel volantino potrebbe costituire un tassello di un grande progetto di rinascita locale. E non solo locale. E non solo economica. Insieme a molti altri progetti che agli ignoti estensori non sono venuti in mente. E che noi, insieme a voi, potremmo aggiungere. Ognuno di essi andrebbe evidentemente sviluppato e dettagliato. Come abbiamo cercato di fare con il progetto "Pesci". Ve la sentite?
Un’ultima cruciale questione: con quali soldi?
Ci viene voglia di dire che di soldi ce ne sono e quando si vuole si trovano. Se si trovano, e si trovano, per certe cose non si vede -o meglio si vede benissimo!- perchè non si dovrebbe trovarli per altre.
Ma ci sono argomenti e proposte molto più interessanti.
Siamo plagiati dalla cultura "mercatista". Quando parliamo degl ingenti investimenti necessari alla creazione di un processo produttivo, i soldi, essa ci induce a pensare che si tratti solo e semplicemente di denaro. E ci fa dimenticare che l’investimento in denaro rappresenta semplicemente l’equivalente monetario di ben altro e di ben più importante Vale a dire risorse naturali. Petrolio, aria, acqua, fotosintesi clorofilliana, vegetali, animali terrestri e marini, sole, terra, metalli, legno, pietra, minerali dei piu svariati tipi, capacità lavorativa e molto, molto altro.

Vediamo un po’. Per realizzare qualsivoglia progetto sono necessarie sostanzialmente tre cose che, nella nostra odierna situazione, non si possono reperire senza pagamento in denaro. Attrezzature di vario tipo e genere. Materiali di vario tipo e genere. Attività umana, che oggi viene chiamata lavoro . E se provassimo ad immaginare qualcosa di diverso? Senza che ci sia bisogno il denaro? Il famoso pagamento "in natura" per esempio. Perchè no? Vi ricordate il buon Renzo che brandiva due bei capponi capovolti agguantati per le zampe? Anche qui assolutamente niente di nuovo. Le Ditte che fabbricano reti da pesca forniranno ai cittadini lacustri impegnati nel progetto ottime reti da pesca per la pesca. I cittadini non pagheranno. Il valore equivalente, in moneta o denaro, verrà detratto alle medesime Ditte fornitrici dal pagamento delle tasse allo Stato Centrale. Che al contempo si troverà sgravato da una infinità di incombenze fiscal-burocratiche. Molti piccioni con una fava! Non ultimo quello di sapere con certezza dove come e perchè vanno a finire le risorse disponibili del Paese! Vi pare poco?
Insomma le Ditte produttrici di attrezzature necessarie alla realizzazione di progetti pagheranno parte delle loro tasse "in natura" fornendo gratuitamente alla comunità locale attrezzature e materiali per la realizzazione del progetto.. Lo stesso dicasi per le Ditte fornitrici di barche, di apparecchiature per il trattamento e la conservazione del pescato e/o per il ripopolamento ittico. O di qualsiasi altra cosa. E così e così via.
E i lavoratori creativi? Con quali soldi li paghiamo? Una parte consistente del loro salario potrebbe essere corrisposto con lo stesso identico criterio. Vale a dire "in natura". Pasta, uova, olio, pomodori pelati e....capponi. Forniti gratuitamente da Ditte del campo alimentare tramite il meccanismo descritto della fiscalità "in natura". Ma una parte soltanto, sia ben chiaro. Il rimanente con denaro pubblico "sottratto" alla evasione fiscale, alle corruttele e, per finire, alla rendita finanziaria. Oltre che, evidentemente con il denaro ricavato dalla vendita del pesce fresco o conservato. Se si decide di venderlo ricavando denaro. Il prezzo potrebbe essere di mercato oppure "politico" al fine di incentivare il consumo di buon pesce nostrano. Ma potremmo anche immaginare di uscire definitivamente dalla logica della economia di mercato facendolo pagare....nulla. Regalandolo, insomma. In questo caso il consumo di buon pesce nostrano sarebbe più che incentivato! Vedete quindi che se e quando si vuole si può. O meglio si potrebbe.
E con questo, carissimo romantico impagabile eroe, pensiamo di aver risposto anche all’ultima spinosissima domanda delle ben 6 (sei) che cia hai posto. Giustamente. La nostra interlocuzione si rivela, ogni giorno che passa, sempre più stimolante. Grazie.

Un’ultima riflessione dobbiamo ai nostri lettori, come promesso, sul fenomeno dei filetti surgelati di pangasio che pur arrivando in aereo dai lontanissimi lidi vietnamiti sono in grado di fare una spietata concorrenza ad ogni altro tipo di pesce, surgelato o no, di origine più o meno nostrana e non nostrana. Provate a studiare con impegno sulle -e tra- le righe del post recentemente pubblicato "La fisica e....il fare soldi" e troverete la soluzione del rebus.
In ogni caso non mancherà l’occasione di ritornare sull’argomento del perchè e come mai le moltitudini pagano, e pagheranno, costi altissimi per consentire a qualcuno di commercializzare, per brevi periodi, prodotti a prezzi che sembrano stracciati o stracciatissimi.

Un cordialissimo saluto al nostro romantico ed impagabile eroe oltre che, ovviamente, ai nostri pochi ma affezionati lettori

Gruppo di Resistenza Umana di Verbania
(fine)
 
Se vuoi comunicare con noi l'indirizzo è  pensieridizorro@gmail.com
 
 

4 commenti:

  1. "...con denaro pubblico "sottratto" alla evasione fiscale, alle corruttele e, per finire, alla rendita finanziaria...". Ecco, carissimi GRUV, una caduta nel torbido realismo mi suggerisce almeno una questione: che le brutture su citate e sommessamente inserite quasi sul finire del vostro testo, non siano in realtà premesse necessarie a un modello socio-economico come quello che voi proponete?! E se fosse, che premesse! Tutt'altro che facili alla pratica! Perché metterei la risoluzione di quei "problemucci" in cima alla lista anziché sul finire? Perché non son riuscito a leggere nel testo, dove lo Stato (o chi per esso) caverebbe le risorse, l'attività umana e via dicendo per offrire sanità, istruzione e quei "servizi" fondamentali in qualsivoglia "regime democratico". Ancor più faticherebbe a farlo se le sue tasche venissero un poco più svuotate della fiscalità che le imprese pagherebbero "in natura". A meno che, fossero al contempo riempite da quanto ora è evaso, da quanto finisce nelle tasche dei corrotti e da quanto viene "virtualizzato"nella speculazione finanziaria. Ecco , l'idea di un "modello Altro" che allenti le cime della dipendenza statalista e metta sotto la luce diretta del sole i frutti del sudore dei cittadini, oltre che romantica, la trovo attraente e almeno in linea teorica, possibile. Ma non al prezzo di rinunciare a quel poco che continua, a fatica, a remare verso il nobile principio dell'eguaglianza. Sicuramente non ho saputo ben leggere o mi sarò perso tra le righe, spero in un vostro gentile e creativo chiarimento!

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  2. Cari amici del GRUV,.certo qui piu' che pesci c'è tanta carne(al fuoco),ma il tema è di quelli che fan tremare i polsi:economia globale,abolizione del denaro,progetto esistenziale,scambio di cose e beni al posto di pagamenti in denaro.....
    Non è facile ma,come dite,la questione non puo' essere continuamente occultata,quindi bisogna almeno tentare di trovare proposte che vadano oltre i modelli finora sperimentati che hanno dimostrato tutta la loro inefficacia disastrosa.
    Trovo il passaggio dove si propone lo scambio di beni materiali al posto del denaro difficile da comprendere:primo perche' ritengo che il denaro se gestito e utilizzato appunto per un "progetto esistenziale"anche collettivo, possa agevolare gli scambi(in fondo è stato inventato per questo no?).Secondo:sgravi fiscali al posto di pagamenti in denaro? va bene ma la fiscalita' è solo una parte del valore complessivo di un bene prodotto ,e il resto come si paga?E se una ditta che produce reti da pesca non è interessata ad avere in cambio pesci del lago,come la mettiamo? non so' a me si ingarbugliano le idee,forse voi le avete piu' chiare e potete illuminarmi
    Grazie e molti saluti da un'amico che(ogni tanto) vi segue.

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