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mercoledì 28 agosto 2013

MANCA LAVORO??

 

Serie

Prima puntata agosto 2013
Seconda puntata ottobre 2013
Terza puntata novembre 2013
Quarta puntata dicembre 2013
Quinta puntata gennaio 2014
Sesta puntata aprile 2014
Settima puntata luglio 2014


 

Prima puntata agosto 2013

Zorro dorme male. E' tormentato da un rebus del quale non riesce a trovare la soluzione.

 

 

 

 

“Qualcosa non mi convince..... dicono che la ragione per la quale non siamo messi tanto bene, in questi ultimi tempi, è la mancanza di lavoro. Ripeto: c’è qualcosa che non mi torna. Come mai manca il lavoro quando ci sarebbero una infinità di cose belle, buone,giuste e soprattutto utili, da fare?  E per fare le quali ci vorrebbe non poco, ma tanto, tantissimo lavoro. Ma allora il lavoro manca o non manca? E se manca pur essendoci una quantità di cose che potremmo fare per vivere meglio e che richiederebbero tanto lavoro.....

...Allora che cosa manca vivaddio?????

 

Siamo del parere che il ragionamento di Zorro non sia del tutto campato in aria. In altre parole che Zorro, con le sue perplessità, ponga una questione di estremo interesse. E che, con ogni probabilità, diventerà sempre più “interessante” in futuro. E per molti di noi.

Quando si dice il caso. Proprio due giorni dopo aver ricevuto, via etere, lo stimolante pensiero, abbiamo trovato in un cestino dei rifiuti, accuratamente appallottolato, il volantino che di seguito ripostiamo integralmente. Ci sarebbe sicuramente sfuggito se non fosse per due circostanze del tutto particolari:

1. si trovava sul cucuzzolo dei rifiuti dello stracolmo cestino;
2. non era completamente appallottolato; dal lembo ben visibile che emergeva dalla pallottola si distingueva chiaramente a caratteri corpo 16 e in grassetto: “22 dicembre 2012. Evviva! Il mondo non è finito!

Una ottima occasione per ricominciare! Ma in un ALTRO (gigante) modo!”
Da sani resistenti assetati di possibile non siamo riusciti a resistere. Apriamo febbrilmente la
pallottola.  Cerchiamo alla bellemeglio di lisciare il foglio tutto spiegazzato (manca un decente
piano d’ appoggio). Si tratta di un volantino. Trema un poco nelle nostre mani eccitate mentre avidamente leggiamo. Dice testualmente:

  

 

“Chi ha detto che manca il lavoro?"

Proposte per Verbania. il suo territorio, i suoi cittadini.
 

1.CURA DEL TERRITORIO

Verbania”Città giardino”. Cura, manutenzione, incremento, qualificazionedel”verde”, dei giardini, dei parchi.
L’idea di”giardino” quale punto di riferimento per la trasformazione della citta’ in una nuova prospettiva di vivibilita’.
Monterosso. La collina dei Verbanesi, possibile “laboratorio” per rilanciare una produzione locale ortofrutticola, recuperando gli antichi terrazzamenti un tempo coltivati (uva,frutta,verdure,olio,castagne). Integrazione con progetti di tipoformativo, culturale e turistico.
2.VIVIBILITA’ DELL’AMBIENTE URBANO
Riferimento al progetto-proposta del “Comitato per il Cinema Sociale”.Nessun nuovo, costoso, inutile teatro ma recupero del Cine-Teatro Sociale di Pallanza quale sede del Teatro cittadino.
Nel contempo, recupero e valorizzazione di Piazza Mercato ad Intra,con la realizzazione di un Parco cittadino (dedicato magari all’”Acqua”,di cui e’ ricco il sottosuolo, con fontane e fonti di acqua gratuita per i cittadini) direttamentecollegato per via ciclo-pedonale con la vicina riva del fiume e con l’area dell’ArenaVilla Maioni, a costituire un unico grande Parco tra citta’,fiume e lago.
Manutenzione delle piccole e grandi spiagge.
Collegamento tra loro con percorsi ciclo-pedonali. Un lungo pontile-passerella ciclopedonale sull’acqua, che colleghi Suna al canneto di Fondotoce e,da qui, alle piste ciclabili verso Mergozzo e Gravellona;una lunga,suggestiva passeggiata da Intra ai campeggi di Feriolo.

 

 Riferimento al progetto-proposta del “Comitato per la bici in citta’”.
Realizzazione di una funzionale ed efficiente rete di percorsi ciclabili urbani, che unisca tutti i punti della citta’ offrendo ai cittadini una reale alternativa all’automobile per i piccoli spostamenti quotidiani.
Nel contempo,una profonda revisione del modello di trasporto pubblico cittadino.
Efficenza, efficacia, puntualita’, visibilita’, capillarita’ ed economicita’, cioe’ una valida alternativa al mezzo privato. Cominciare seriamente a pensare all’ipotesi di una metropolitana leggera Verbania-Omegna quale fondamentale mezzo di trasporto per cittadini e turisti diretti ai laghi utilizzando, magari, ciò che finora è stato realizzato come variante automobilistica Gravellona-Omegna.
3.PRODUZIONE LOCALE
Rilancio della pesca e itticoltura in tutto il bacino del lago Maggiore e sui fiumi ad esso collegati avvalendosi,magari,della collaborazione del prestigioso Istituto Idrobiologico di Pallanza per lo studio e la sperimentazione sulle specie di pesci allevabili.
Esempio della Provincia di Trento con 49 aziende ittiche e un prodotto pari a 20-22 milioni di euro/anno.
Energia dal legno e sua lavorazione.
Produzione di pellet e cippato di qualita’ grazie allo sfruttamento razionale e moderno dei boschi da cui siamo circondati.
Recupero dei boschi ormai da decenni dismessi, quale vettore energetico rinnovabile,con l’obbiettivo di ottenere nel tempo una completa autonomia e indipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili.
Rilancio delle attività produttive di montagna e collina(allevamento,caseario,......ecc).
Rilancio del turismo. Oltre che sulle bellezze paesaggistiche, sulla base di una solida offerta agro-alimentare di produzione locale di alta qualità.
Esempio del Monferrato,entroterra Ligure,Trentino Alto Adige ecc.
Campeggi comunali gestiti da giovani disoccupati nei comuni della riviera e dell’entroterra(sull’esempio francese).
Stazioni ferroviarie dismesse trasformate in piccoli ostelli per favorire un turismo giovanile ed economico.
Forzamotrice dall’acqua.Recupero delle antiche rogge intresi e creazione di un percorso di attività artigianali ad energia idraulica.

 

 Nessuna firma. Nessuna rivendicazione. Ben quasi un anno dopo quello che doveva essere il giorno della fine del mondo. Nessun elemento per poter capire se, quando e dove il volantino è stato distribuito. Niente di niente. Tu guarda il mistero e il cosiddetto caso!
Nonostante il linguaggio un poco cerebrale, tipico dei volantini della seconda metà del secolo XX (potrebbe essere un indizio?) e la “cifra”, una via di mezzo tra giovanile ingenuità e utopistica provocazione, capita a fagiolo questo elenchino di cose che si potrebbero fare. E nemmeno tanto per le proposte pratiche, molte delle quali chiaramente irrealizzabili (o no?), ma per quello che alle proposte pratiche stà dietro e dentro. Vale a dire un altro modo di ragionare intorno a lavoro,attività economiche e sviluppo. O crescita che dirsivoglia.
Quindi il lavoro manca, ma non mancherebbe (CONDIZIONALE).
Il dilemma che turba i sonni del nostro Zorro, romantico eroe,  potrebbe avere una spiegazione pertinente, razionale, in certo qual modo illuminante.  Se riusciremo a risolvere il rebus (il lavoro manca o non manca? E se non manca allora che cosa manca visto che manca?) potrebbe persino   tornare a dormire il meritato, profondo, soporoso, proverbiale sonno del giusto!

(continua)

Se vuoi comunicare con noi l'indirizzo è:  pensieridizorro@gmail.com




SECONDA PUNTATA ottobre 2013

La soluzione del rebus. Sperando che il nostro romantico eroe riprenda a dormire decentemente.


Carissimo Zorro,
forse il rebus che tormenta i tuoi sonni può esere risolto. E’ però necessario un piccolo sforzo mentale.
Si perchè bisogna tenere presente una distinzione concettuale fondamentale. Distinzione che, a noi abitanti di questo mondo il più delle volte sfugge completamente.

La distinzione concettuale è la seguente:

1.

Una cosa è il lavoro
e


2.

altra cosa, affatto diversa, è il posto
di lavoro.

Se non tieni presente questa cruciale distinzione concettuale e soprattutto pratica, il rebus del come mai manca lavoro quando ci sarebbero un sacco di cose buone belle ed utili da fare, non lo risolverai mai. E continuerai a dormire male.
A prima vista può sembrare una cervellotica questione di lana caprina. Insomma una sottigliezza di quelli che hanno la mania di spaccare il capello in quattro. Ma così assolutamente non è. E cercheremo di dimostrartelo.

La differenza tra lavoro e posto di lavoro è abissale. Proviamo a confrontare.




LAVORO

E’ una attività altamente umana e altamente creativa.
Ha l’unico ed esclusivo scopo di realizzare cose belle, buone, giuste e soprattutto utili. Fatte nel migliore dei modi possibile. Una volta si diceva "a regola d’arte". Per migliorare in qualche modo  qualcosa di migliorabile. Di qualsiasi cosa si tratti. Ad ogni livello. Individuale e collettivo.



POSTO DI LAVORO

E’ un luogo fisico e metafisico, nel quale gli uomini di questo mondo sono costretti a lavorare. Se possa essere definita attività "umana" è tuttora oggetto di discussione nella scienza antropologica e sociologica.
Diciamo che è una attivita che gli uomini compiono. Avente lo scopo principale, quando non unico, di portare a casa uno stipendio. In mancanza del quale la vita diventa decisamente grama.
Come puoi vedere c’è una bella differenza. Altro che sottigliezze!
Ma non finisce qui.



LAVORO

Se il lavoro non avesse lo scopo di realizzare cose belle, buone, giuste ed utili per migliorare il migliorabile non avrebbe alcun senso.



POSTO DI LAVORO

Il posto di lavoro ha un senso ben preciso indipendentemente da quello che fai, da come lo fai e da perchè lo fai. Questo perchè quando il lavoro diventa posto di lavoro la cosa davvero importante è lo stipendio. Tutto il resto passa in seconda linea. Ben lo sa chi, e sono sempre di più, l’hanno perso o non lo hanno mai trovato. Il posto di lavoro. E quindi lo stipendio.
Ma non finisce qui.



LAVORO

Essendo il lavoro una attività pienamente umana e quindi altamente creativa, chi lavora non può non essere protagonista consapevole di quello che fa, del perchè lo fa e di quale è il modo migliore possibile per farlo.

POSTO DI LAVORO

Chi occupa un posto di lavoro è un fornitore di "umana" capacità lavorativa. Che viene venduta ad un’altra persona che si chiama datore di lavoro. In cambio di uno stipendio che altro non è se non il prezzo di acquisto. Tanto è vero che si parla di "mercato del lavoro" senza che alcuno si scandalizzi. Il datore di lavoro acquista "forza lavoro" e ne dispone a proprio piacimento per scopi che sono i suoi e non quelli di chi lavora.

E dimmi se ti pare poco. Gli esempi pratici te li faremo nelle prossime puntate.
Basti per ora aver cercato di mettere a fuoco il concetto base.

E cioè che nel sistema in cui viviamo adesso, vale a dire questo mondo, il lavoro è subordinato al posto di lavoro. E il posto di lavoro è subordinato alla convenienza economica del datore di lavoro nell’impiegare mano d’opera, o forza lavoro, in posti di lavoro. Insomma una fatale catena di sub-ordinazione.

Ecco spiegato in maniera semplice, e se ce lo permetti elegante, il motivo per il quale manca il lavoro pur essendoci una infinità di cose belle buone giuste utili e ben fatte da fare.

Augurandoti d’ora in poi sonni finalmente tranquilli ti salutiamo cordialmente
tuo affezzionatissimo GRUV

(continua)
Se vuoi comunicare con noi l'indirizzo è:  pensieridizorro@gmail.com





TERZA PUNTATA novembre 2013

Dove Zorro, dormendo finalmente il sonno del giusto, risolve il rompicapo.
  
 

Hei ragazzi, ho passato una intera serata a scervellarmi invano sul penultimo capoverso dove dite:


" Basti per ora aver cercato di mettere a fuoco il concetto base.
E cioè che nel sistema in cui viviamo adesso, vale a dire questo mondo, il lavoro è subordinato al posto di lavoro. E il posto di lavoro è subordinato alla convenienza economica del datore di lavoro nell’impiegare mano d’opera, o forza lavoro, in posti di lavoro. Insomma una fatale catena di sub-ordinazione."



Tant’è che ho pensato, ma tu guarda questi che prima ti promettono la soluzione e poi trasformano un rebus in un rompicapo! Vi confesso che mi è venuta una gran voglia di mandarvi a quel paese. E sono andato a cercare di dormire.


Però, strano a dirsi e chissà per quale strana ragione, ho dormito magnificamente. Dopo una intera notte di sonno profondo come da tempo non mi capitava, mi sono ritrovato alle 5,45 con gli occhi sbarrati. Perfettamente lucido e sveglio. In quel preciso istante, improvvisa e folgorante, è esplosa nel mio cervello la luce della vera conoscenza.
Ma è chiarissimo!

Hem...dunque...vediamo un po’....proviamo a fare il ragionamento terra terra e all’incontrario. Partendo dal pratico invece che dalle astrazioni mentali come fate voi intellettualoidi.
1.
Per fare la spesa e pagare l’affitto, per non parlare dei figli a scuola e tutto il resto, ci vogliono SOLDI.
Quattrini, moneta sonante, banconote, quibus, palanche, denaro.
2.
Per avere soldi bisogna vendere a un datore di posti di lavoro la propria forza lavoro o capacità lavorativa. Che te la paga dandoti uno stipendio.
3.
Ma perchè il datore di lavoro fa lavorare mano d’opera in posti di lavoro?
4.
E’ chiarissimo! Per avere prima di tutto un guadagno. E non certo, prima di tutto, per fare cose buone, belle giuste e utili. Perchè se non ha un guadagno fallisce!

5.
Se il datore di lavoro non ha sufficiente guadagno diminuisce i posti di lavoro o li elimina del tutto. Chiudendo semplicemente. O trasferendo la produzione in altri paesi. La chiamano "delocalizzazione"
6.
Ecco quindi finalmente spiegato il mistero. In questo modo si sacrificano molti grassi piccioni per prendere due miserrime favuccie.




Prima miserrima favuccia.


VENGONO A MANCARE POSTI DI LAVORO.




Seconda miserrima favuccia


UN SACCO DI BUONE, BELLE, GIUSTE ED UTILI COSE CHE POTREBBERO ESSERE FATTE , E PER FARE LE QUALI CI VORREBBE TANTISSIMO LAVORO.... NON VENGONO FATTE!


Pessimissimo affare. Decisamente anti-economico. Stranissimo modo che sembra fatto apposta per perdere in una sola botta di "umana" genialità, le capre, i cavoli e le merende.
Quello che mi chiedo e vi chiedo: possiamo immaginare, perlomeno immaginare, QUALCOSA DI
DIVERSO? Vivaddio!


Hei Zorro, perfetto! Semplicemente geniale! Senza di te ci perderemmo nelle nebbie del metapensiero iperuranico puramente mentale. Da bravi intellettualoidi. Comunque calma e sangue freddo. Altrimenti rischi di tornare a dormire male.
La tua domanda è pertinente ed estremamente interessante. Noi siamo del parere che sia possibilissimo immaginare, perlomeno immaginare, QUALCOSA DI DIVERSO.

 
 
(continua)



Se vuoi comunicare con noi l'indirizzo è  pensieridizorro@gmail.com



QUARTA PUNTATA dicembre 2013

Dove, con il contributo di una misteriosa fonte e del nostro romantico eroe, si incominciano a delineare proposte dell’altromondo.


Ti ricordi il misterioso volantino che abbiamo trovato nello stracolmo cestino dei rifiuti?
Ecco, ti proponiamo di andare a rileggercelo insieme con calma e molta attenzione (vedi prima puntata).
Si perchè è un magnifico esempio pratico che spiega più di mille discorsi la abissale differenza tra il lavoro quando è espressione di creatività umana collettiva e il posto di lavoro individuale. Per avere il quale bisogna attendere i particolari e privati interessi di un datore di lavoro.
Le cose contenute nel volantino potrebbero (condizionale) rappresentare un embrione di programma economico, sociale e culturale per la città (comunità) di Verbania. E non solo per Verbania. Una eventuale realizzazione comporterebbe (condizionale) tanto, tantissimo lavoro. Che quindi non mancherebbe (condizionale). Vediamo un po’.
Vengono proposti tre grandi filoni e una serie di spunti per ogni filone. Riassumiamo.





1.CURA DEL TERRITORIO

-Verbania"Città giardino".
-Monterosso laboratorio naturalistico-produttivo.





2.VIVIBILITA’ DELL’AMBIENTE URBANO

-Nessun nuovo teatro ma recupero del Cine-Teatro Sociale di Pallanza.
-Realizzazione di un grande Parco tra citta’ (Piazza Mercato), fiume (S. Bernardino) e lago (ex Arena-Villa Maioni).
-Manutenzione delle piccole e grandi spiagge, valorizzate con percorsi pedonali e ciclabili.
-Realizzazione di una funzionale ed efficiente rete di percorsi ciclabili urbani.
-Profonda revisione del modello di trasporto pubblico cittadino.





3.PRODUZIONE LOCALE

-Rilancio della pesca e itticoltura in tutto il bacino del lago Maggiore.
-Energia dal legno e sua lavorazione.
-Rilancio delle attività produttive di montagna e collina.
-Rilancio del turismo.
-Forza motrice dall’acqua.



Titoli da sviluppare. Altri potrebbero essere aggiunti. Possiamo quindi immaginare qualcosa di diverso e il misterioso volantino ce lo dimostra.
Qualcuno potrebbe vederle come ingenue, giovanilistiche utopie. Se non fosse che il modello sviluppista classico che ha funzionato alla grande per un trentennio (‘50-’80), basato sulle cattedrali nel deserto con corredo di migliaia di posti di lavoro che improvvisamente si volatilizzano quando al datore di lavoro non servono più, a quanto pare, è in gravissima crisi. E noi con lui. E allora perchè non rendersi indipendenti dai datori di lavoro? Con un programma economico nostro. Elaborato e realizzato da noi cittadini. Basato sulla vera valorizzazione mediante un utilizzo produttivo e culturale dello splendido territorio abbandonato e/o massacrato nel quale viviamo. Mettendone veramente a frutto peculiarità e potenzialità. E contemporaneamente conservandolo nel più efficace dei modi. Perchè non fare così?
Chiaramente si tratta di un altra visione dello sviluppo. Cose dell’altromondo appunto.





Fantastico, geniale, superlativo bellissimo e meraviglioso!!......però questa volta mi autocontrollo....calma e sangue freddo....e bando ai facili, ingenui, giovanilistici entusiasmi. Dunque...hem...vediamo un po’. Si fa presto, come fate voi intellettualoidi, ad avere bellissime idee irrealizzabili. Queste magnifiche cose voi mi dovete dire :
1.
Chi le fà
2.
Come le fà
3.
Quando le fà
4.
Perchè le fà
5.
Per chi le fà
6.
Con quali soldi le fà.

 
Hei Zorro non agitarti. Calma e sangue freddo. Prima di tutto noi dobbiamo un bel niente.Al massimo possiamo, se ci aggrada, sostenere delle tesi che ci sembrano ragionevoli.
Non so se hai notato che abbiamo usato reiteratamente il condizionale. - Potrebbe - Comporterebbe - Non mancherebbe - ecc. ecc.
Lo dice la parola: Dovrebbero verificarsi determinate condizioni. Altrimenti che condizionale é? Se non ti agiti possiamo cercare con calma di vederle insieme. Ma purtroppo lo spazio per questa puntata è ormai esaurito. E quindi dobbiamo rinviarti alla prossima. Speriamo presto.
 

(continua)
Se vuoi comunicare con noi l'indirizzo è pensieridizorro@gmail.com




QUINTA PUNTATA gennaio 2014

Dove finalmente si viene al concreto parlando nientemeno che di........pesci.




"Allora, caro G. R.U.V., passate bene le feste?! E' un po' che non vi fate sentire!
Ricordate le famose domande: Chi, Come, Quando, Perche', Per chi e Con quali soldi si realizzerebbero tutte quelle belle idee sulla cura del territorio, la vivibilita' urbana, la produzione locale...?!
Bene sto' ancora aspettando risposte.......Ma forse siete anche voi rassegnati e perplessi? E quando si tratta di passare dalle parole ai fatti non sapete piu' che pesci pigliare? A proposito di pesci! Quell'altra vostra "bella idea" di usare il lago Maggiore come naturale bacino di allevamento di pesci ecc. ecc...ma lo sapete che, nonostante il lago ne sia pieno non li vuole nessuno? E, quando anche vengono pescati, si svendono a 3 euro l'uno (gia' puliti e pronti)? E che la gente preferisce mangiare trote e pesci d' allevamento che vengono magari dal
Vietnam??? E allora?!! Come la mettiamo?????






Carissimo Zorro, calma e sangue freddo prima di tutto!

Le feste le abbiamo passate benissimo facendo riposare per benino i nostri affaticati neuroni.

Risponderemo punto per punto alle tue sei (!) domande. E, dopo, cercheremo anche di fare qualche considerazione sui pesci del lago che non hanno mercato e sui filetti di pangasio che arrivano dal Vietnam a prezzi stracciati "dimostrandoti" che, proprio per questo, la "bella idea" (che non è nostra) è di una sconvolgente -letterale- attualità. Oltre che geniale.


E veniamo finalmente al concreto partendo dalla fantastica proposta, non nostra (vedi puntate precedenti), di utilizzare tutto
il vasto e magnifico Lago Maggiore come naturale bacino per l’allevamento naturale di una vasta gamma di pregiatissime specie ittiche o pesci (trota, persico, persico trota, luccio, coregone, alborella, tinca, solo per citarne alcune). Potrebbe essere chiamato "Progetto di acquacoltura estensiva Lago Maggiore"

Deve essere chiaro però che si tratta di un puro e semplice esempio per fare ragionamenti. Quindi stiamo calmi e non cominciamo a dire "irrealizzabile!", "impossibile!", "utopistico!", prima ancora di cominciare a ragionare.
Adopereremo la tecnica espositiva del "a domanda risponde" perchè più agile, lineare, sintetica e divertente.
 

Domanda.

E’ o non è il vasto e magnifico bacino di origine glaciale del lago Maggiore una immensa risorsa che Madre Natura ha gratuitamente, ancorchè casualmente, messo a disposizione di noi lacustri?

Risposta

Sì lo è.



Domanda.

E’ o non è il vasto e magnifico bacino del Lago Maggiore una preziosa risorsa naturale sottoutilizzata, mal utilizzata o addirittura maltrattata da incaute (per non dire altro) modalità di intervento umano?

Risposta

Sì lo è. Almeno tre le malefatte tipicamente umane. 1.Il rilevante inquinamento delle acque, storicamente comprovato, dovuto a scarichi chimico-industriali da una parte ed a scarichi fognari urbani dall’altra. 2. L’urbanizzazione selvaggia delle coste e delle splendide alture circostanti a partire dagli anni ‘60 del secolo "scorso", non casualmente nella fase del "miracolo economico" italiano e occidentale che ha fatto seguito alla seconda guerra mondiale (si noti). Urbanizzazione senza anima ribattezzata opportunamente da alcuni autori con il termine di "pustolosi edilizia". 3. L’abbandono pressochè totale delle attività di pesca, di forestazione e di agricoltura montana.



Domanda

Non potrebbe il vasto e magnifico bacino di origine glaciale del Lago Maggiore nel suo complesso
essere recuperato e riqualificato tramite una grandiosa e lungimirante operazione economico-ambientele-culturale che ponesse quali punti cardinali dell’intervento:
1.
La definitiva eliminazione di ogni traccia di inquinamento chimico e battereologico.
2.
Il ripopolamento ittico secondo criteri di equilibrio ecologico delle sue acque.
3.
Il connesso rilancio di attività produttive di pesca e legate alla pesca (conservazione) con criteri di equilibrio ecologico tratte dallo studio e riproposizione, aggiornata, delle tradizioni locali in questo campo.
4.
Il blocco integrale del consumo di territorio a scopo edilizia per avviare un processo di ampio respiro e di lungo periodo avente l’obiettivo di ripristinare le valenze paesaggistiche compromesse.
5.
Il tutto magari completato ed integrato da un rilancio della agricoltura di collina e di montagna sulle alture circostanti?
Risposta
Sì potrebbe. Dal punto di vista logico- problematico assolutamente nulla osta ad una operazione di tale tipo e portata. Di più, una operazione di tale tipo e portata conseguirebbe splendidi risultati in una infinità di settori e rappresenterebbe una delle possibili vie d’uscita dal pantano nel quale si è infilata da tempo l’economia dello sviluppo-crescita che ha fatto seguito alla seconda guerra mondiale (si noti nuovamente).



Domanda

Ma allora cosa diavolo osta????

Risposta

Calma. Lo vedremo più avanti.



Domanda

Sullo specifico del ripopolamento ittico e il connesso rilancio delle attività di pesca potrebbe la cosa avere un senso in ordine ai consumi da parte della popolazione locale?

Risposta

Sì potrebbe averlo e molto. Niente di più logico, naturale, salutare, ecologico, efficace sotto il profilo psico-nutrizionale. Buon pesce fresco di giornata ricco di fosforo (intelligenza) sulle tavole delle famiglie lacustri e anche non lacustri ma di passaggio. Una quota parte potrebbe essere conservata. Carpione, esiccatura, affumicatura. Per i tempi di fermo pesca. E riposo. Del lago, dei pesci e dei pescatori. Andrebbero fatti dei calcoli, ma ad occhio e croce un bacino come quello del lago Maggiore potrebbe probabilmente sostenere qualche scoprpacciata di buon pesce per ogni suo abitante diciamo, ad occhio e croce, una volta al mese. E forse di più.



Domanda

La situazione eco-ambientale del bacino migliorerebbe o peggiorerebbe?

Risposta

Con ogni evidenza migliorerebbe. E migliorerebbe tantissimo. L’utilizzo ecologicamente qualificato delle risorse naturali è il modo migliore per salvaguardare e proteggere l’ambiente. Vedasi il luminoso esempio della agricoltura di montagna praticata nelle nostre valli fino alla seconda guerra mondiale e, un po’ meno vicino a noi, ma nemmeno tanto lontano, la spettacolare, grandiosa economia montana del popolo Walser.



Domanda

La realizzazione di un progetto del genere creerebbe lavoro?

Risposta

Si creerebbe moltissimo lavoro. Per di più di tipo creativo e partecipativo. Poco o niente a che vedere, insomma, con il tradizionale posto di lavoro nella vecchia e superata concezione di economia finalizzata al profitto di privati imprenditori (lucro).
Fin da ora potremmo indicare alcuni grandi settori nei quali il progetto dovrebbe articolarsi.


1.

Fase preliminare di studio

consistente nella raccolta ed elaborazione di dati intorno alle principali variabili in gioco (esempio. stato idrobiologico del lago; popolazione ittica presente; popolazione ittica ipotizzabile -quantità e qualità- ; popolazione umana presente nel comprensorio -quantità e distribuzione della medesima-; rapporto ipotizzabile tra prelievo ittico e consumi; altro.) (Tecnici ed esperti)


2.

Elaborazione del Progetto

nelle sue linee di base a sfondo antropologico e culturale. (Popolazione umana direttamente coinvolta nella elaborazione con il supporto di Tecnici ed Esperti)


3.

Elaborazione del progetto esecutivo dettagliato
articolato nelle seguenti parti:
a.
sistemi di ripopolamento
b.
sistemi di pesca
c.
sistemi di conservazione
d.
sistemi di distribuzione del prodotto fresco e conservato.
Il tutto elaborato da equipes tecniche allargate ed in costante rapporto di interazione con le popolazioni.



4.

Realizzazione operativa del progetto.

Imbarcazioni-sistemi di pesca-punti e sistemi di ripopolamento-punti e sistemi di raccolta del prodotto fresco-punti e sistemi di distribuzione-punti e sistemi di conservazione-punti e sistemi di distribuzione del prodotto conservato. Altro.
Gruppi di lavoro creativo e partecipato formati con percorsi di preparaziione tecnico-professsionale.
In rapporto di interazione tra di loro e con le popolazioni.



5.

Gestione della attività a progetto realizzato:
a.
pesca
b.
smistamento del pescato
c
.distribuzione alle popolazioni del prodotto fresco
d.
lavorazione per la conservazione
e.
distribuzione alle popolazioni del prodotto conservato.
Gruppi di lavoro creativo e partecipato formati con percorsi di preparazione tecnico professionale. In rapporto tra di loro e con le popolazioni.

Il tutto può evidentemente funzionare solo ed esclusivamente con il supporto di un grande lavoro di ORGANIZAZIONE e COORDINAMENTO di carattere COMPLESSSIVO sulla scala di COMPRENSORIO realizzato da equipes organizzative appositamente formate ed operanti in continua interazione con le popolazioni da una parte e una sorta di coordinamento operativo centrale dall’altra. In particolare nella fase di avviamento.

Solo per dire alcuni
dei settori lavorativi nei quali potrebbe articolarsi il progetto.
Moltissimo lavoro quindi e di di elevatissima valenza tecnica, culturale ed ambientale.



Domanda

Un progetto del genere potrebbe generare una quantità di attività collaterali a sfondo culturale, formativo, turistico, ambientale, sociale, economico e altro?

Risposta

Potrebbe e come! Dai musei alle biblioteche. Dalla formazione professionale e tecnica a quella culturale ed ambientale. Dal coinvolgimento delle scuole alle preziose collaborazioni del CNR e delle università. Dalle feste gastronomiche a base di pesce alle escursioni guidate sulle barche dei pescatori, alle visite dei punti di raccolta e conservazione del prodotto. E molto altro. Quindi molto altro lavoro.



E con questo, carissimo Zorro pensiamo di aver cominciato, solo cominciato, a risponderti.
Perlomeno alla domanda 2 "come le fà" (le magnifiche cose); alla domanda 4 "perchè le fà"; alla domanda 5 "per chi le fà".
Mentre sulla domanda 1 "chi le fà" siamo ancora nel vago. Alcuni cruciali aspetti dovranno essere approfonditi.
Niente di niente, invece, abbiamo detto sulla spinosissima
questione relativa alla domanda 6 "con quali soldi le fà".
Cercheremo inoltre di fare qualche ragionamento sulla concorrenza dei filetti di pangasio che arrivano nientemeno che dal Vietnam ma, guarda un po’, a prezzi stracciatissimi.
Ma dobbiamo, purtroppo rimandarti alla prossima puntata.


(continua)

Sesta puntata venerdì 4 aprile 2014

Molto bene, carissimo Zorro, veniamo una buona volta alle questioni spinose. Chi le fa, con quali personali scopi, seguendo quali modalità? Le tante magnifiche cose che si potrebbero fare, come il grandioso progetto “Acquacoltura estensiva Lago Maggiore” (vedi puntata precedente). E tante altre del medesimo tipo che, se fatte, porterebbero tanto buon lavoro, ma che nessuno fa. Chissà perché.
E partiamo proprio da questa ultima considerazione-domanda. Come mai e perché nessuno le fa?
Vediamo un po’.
Sulla pesca professionale nel vasto bacino del Lago Maggiore può darsi che qualche isolata attività sia ancora in funzione. Ma assolutamente niente a che vedere con il grandioso progetto su vasta scala da noi tratteggiato nella precedente puntata.
E’ chiaro che un grandioso progetto del genere possiede caratteristiche ben precise che male si addicono alla singola iniziativa privata di un singolo, piccolo, imprenditore-investitore.

1.
Vastità del bacino-comprensorio che dovrebbe ospitare l’attività produttiva.

2.
Complessità dei problemi da risolvere:

a.prima
verifica della esistenza delle precondizioni biologiche e creazione delle stesse nel caso in cui fossero assenti o insufficienti;

b. durante
avviamento e realizzazione operativa del complesso progetto;

c.dopo
gestione della complessa attività produttiva. Pesca vera e propria e commercializzazione del pescato, fresco e conservato.

3.
Valenza squisitamente sociale e culturale, oltre che nutrizionale ed economica, del progetto in questione.
Quale imprenditore, sebbene intraprendente, coraggioso e dotato di grandi risorse finanziarie si imbarcherebbe in una avventura del genere? Si perché poi abbiamo il quarto problema:


4.
ovvero la grande incognita:ci sarebbe il ritorno “economico”? In altre parole il guadagno. Il profitto.

L’adeguata e sacrosanta remunerazione dell’ingentissimo capitale monetario investito?

Chiaramente fino a quando il lavoro sarà costituito non da lavoro ma da posti di lavoro a loro volta
determinati da imprese di privati produttori-investitori mossi dalla sacrosanta, inderogabile esigenza di remunerare adeguatamente il capitale monetario investito, sarà ben difficile vedere sotto questi cieli tanto buon lavoro creativo impiegato per la realizzazione di cose belle, buone, giuste, utili e ben fatte per migliorare veramente la qualità della vita delle popolazioni e nel rispetto, di più, nel miglioramento delle condizioni ambientali, paesaggistiche e climatiche.
Semplicemente tutto ciò è molto, troppo complicato. E poi, soprattutto, non “conviene”. E non complichiamoci la vita chiedendoci: “non conviene a chi?” o “cosa vuol dire non conviene?”. Sono domande impertinenti. Non conviene punto e basta. E tanto vi basti!

Laddove si dimostra la falsità, o perlomeno la discutibilità, della equazione Impresa uguale Lavoro.

E invece, carissimo Zorro, a te ed a tutti noi basta un bel niente! Siamo o non siamo incalliti, imperterriti guastafeste?
Domandiamoci allora: abbiamo delle alternative alla “conveniente” assenza di iniziativa imprenditoriale “non conveniente”? Che non sia, dio ce ne scampi, l’economia autoritaria,
centralmente pianificata nel socialismo reale di funesta memoria?
Noi siamo convinti che ci siano. Ma dovremmo:

1.
impostare un diverso piano problematico; è quello che noi, con il tuo preziosissimo aiuto, stiamo modestamente cercando di fare fin dalla prima puntata (vedi);


2.
che esprima vere strategie economiche di qualità e di lungo termine sulla scala di comprensorio locale;

3.
basate sull’inserimento coordinato ed organico di una miriade di singole iniziative imprenditoriali private;

MA
4.
all’interno di un progetto a carattere, verrebbe da dire “pubblico” (sarebbe meglio l’aggettivo “collettivo”o meglio ancora “comunitario”).

Sono quattro passaggi chiave senza i quali, ci sembra, non possiamo pensare di superare la “crisi” da
decrescita infelice.
E qui dobbiamo aprire una brevissima parentesi per definire i quattro diversi concetti.

Privato
In contrapposizione a “pubblico”. Che fa riferimento ad una dimensione caratterizzata da interessi individuali. Il fine primo ed ultimo è il tornaconto monetario del privato investitore che è la vera variabile indipendente. L’utilità sociale della produzione non è il fine ma il mezzo. Mancanza di visione d’insieme. Efficienza ma solo nel senso di massimizzare la “produttività”, le entrate e minimizzare le spese. Quindi massimizzare i profitti. Concetto superato. Non all’altezza della
situazione oggi. Se mai lo è stato. E’ lì da vedere.

Pubblico
In contrapposizione a “privato” finisce per diventare “di tutti” e quindi “di nessuno”. Esautorazione dei cittadini, mancanza di partecipazione, delega a politici, burocrati e/o specialisti, mala politica, malaffare,
 mancanza di vera progettualità, e in definitiva inefficienza. Concetto bocciato. Inservibile.

Collettivo
In contrapposizione a “individuale” fa venire in mente la pianificazione autoritaria, dal centro e dall’alto, di stampo burocratico e non partecipato di funesta, plumbea, sovietica (si noti il paradosso “soviet” significa “consiglio”, istanza democratica di base) memoria. Plumbea “efficienza”. Forse. Ma tra virgolette. Concetto bocciato. Inservibile.


Comunitario
Concetto che non si contrappone a qualcos’altro. Questo è, forse, il concetto giusto. Tante iniziative

personali e/o associate, coordinate in modo organico quali tasselli di un grande progetto di grande valenza qualitativa, elaborato e gestito democraticamente, con idonei strumenti, dalle comunità interessate. Vera efficienza. Concetto promosso a pieni voti.
Possiamo tentare di battere questa strada? Forse sì.

Come? Con quali soldi? Di chi? Con quale ritorno economico? Spinosissime questioni. Che affronteremo, carissimo impagabile Zorro, nella prossima puntata. Sperando che sia anche l’ultima. Vivaddio!
(continua)
 
Settima ed ultima puntata  lunedi 28 luglio 2014

Accidenti! Se ne è passato del tempo! Direbbe il nostro impagabile Zorro. Forse abbiamo fatto aspettare un po’ troppo i nostri pochi (ma solo per ora) lettori. Il fatto è che ci siamo lasciati andare al vortice delle molte idee che quotidianamente mulinano nei nostri cervelli. Chissà da dove diavolo vengono! Rimediamo subito cercando di concludere, con questa settima puntata, il lunghissimo post "Manca lavoro??", con il quale è iniziata, circa un anno orsono, la nostra divertentissima (almeno per noi) "fatica".
Come abbiamo visto nel dettagliato esempio della "Acquacoltura Estensiva Lago Maggiore" la formula classica "libera iniziativa imprenditoriale privata uguale lavoro" è decisamente antiquata. In generale e in particolare. Assolutamente non all’altezza delle finalità sociali e culturali che una vera economia (cura della casa) dovrebbe, e forse perfino potrebbe, avere oggi come oggi. Non pensiamo proprio che si possa uscire dalla perdurante cosiddetta "crisi" con il modello economico che l’ha determinata. Questione lapalissiana eppure pervicacemente rimossa. Quello che stiamo cercando di fare in questo post, ma anche nell’intero blog, è proprio il tentativo di delineare i pilastri fondativi di un modello socio-economico nonchè antropologico-culturale, completamente diverso da quello attuale che possa garantire vera prosperità, vera pace, autentico benessere -che dovrà significare Essere Bene-, per le future generazioni. A cominciare dalla scala locale per finire, dopo tutti i passaggi intermedi, a quella planetaria. Proposte letteralmente dell’altromondo appunto! Siamo dell’idea che traguardi di questa natura e portata non possano essere conseguiti con un modello economico,come quello attuale, che pone alla base di tutto la remunerazione (sacrosanta di per sè ed in quanto tale) di capitale privato, "liberamente" investito in "libere" attività imprenditoriali private. Il famoso profitto d’impresa insomma. Nè, a maggior ragione, da economie centralmente ed autoritariamente pianificate. E allora? L’alternativa ad entambi i superatissimi modelli potrebbe essere quella che abbiamo tentato di delineare nella puntate precedenti. Vale dire un modello nel quale l’economia venga messa al servizio della realizzazione di un Progetto Esistenziale. Che cosa questo di preciso significhi sarà oggetto di una prossimoa serie di post. Basti qui accennare che per ProgettoEsistenzile intendiamo Progetto di Vita. Quale. Come. In funzione di quali obiettivi. Umani prima di ogni altra cosa. Dopo lo storico fallimento del Libero Mercato e del Socialismo Reale questa potrebbe essere, ci pare, una buona idea. Progetto Esistenziale elaborato (gli strumenti ci sono) in modo veramente democratico. Vale a dire con la partecipzione creativa di tutti i cittadini interessati ed a cominciare dalla dimensione locale. Rispetto a questo progetto esistenziale che sarà ad un tempo culturale, motivazionale, sociale, economico, politico e......filosofico, l’economia intesa in primo luogo come "forza produttiva reale", dovrà porsi quale strumento di realizzazione. Dove le quantità ed il tipo di prodotti da produrre verranno stabiliti democraticamente dalle Comunità in funzione del progetto esitenziale elaborato. L’esatto contrario di quanto è avvenuto ed avviene tuttora. Il concetto è semplicissimo. Il fatto che desta stupore è che si sia così restii a parlare di una cosa talmente importante. Dalla quale dipendono sia il fatto che siamo messi malissimo oggi e qui, sia il fatto che senza affrontare questo nodo non possiamo ragionevolmente pensare di venir fuori dalla terza "empasse" epocale del modello socio-economico nel quale viviamo (vedi il post "La Storia .......può insegnarci qualcosa?")
In pratica ed a partire dal livello locale gli indirizzi potrebbero essere quelli tratteggiati nella precedente puntata. Persino l’articolo 41 della Costituzione della Repubblica Italiana così recita:
 
Costituzione della Repubblica Italiana. Articolo 41.

"L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali." (grassetto e sottolineatura nostri)

Come si vede basterebbe applicare, ma veramente, il concetto previsto dalla nostra avanzatissima Carta.
Chiaramente andranno dettagliati tempi modalità e strumenti perchè il bel principio possa concretizzarsi veramente. Ed è quello che noi stiamo cercando di fare con i post del nostro blog. Se poi un modello di questo tipo possa mai andare d’accordo con quello attualmente in vigore, a questo punto nel mondo intero, resta la cruciale questione strategica. Aperta, apertissima ancorchè occulta ed occultata.
Evidentemente il progetto "Acquacoltura estensiva Lago Maggiore" voleva, e vuole, essere un esempio tra i moltissimi che si potrebbero fare. Vi ricordate il volantino che abbiamo trovato appallottolato in un cestino dei rifiuti. Andate a rivedervelo (prima puntata). Ognuno dei punti contenuti nel volantino potrebbe costituire un tassello di un grande progetto di rinascita locale. E non solo locale. E non solo economica. Insieme a molti altri progetti che agli ignoti estensori non sono venuti in mente. E che noi, insieme a voi, potremmo aggiungere. Ognuno di essi andrebbe evidentemente sviluppato e dettagliato. Come abbiamo cercato di fare con il progetto "Pesci". Ve la sentite?
Un’ultima cruciale questione: con quali soldi?
Ci viene voglia di dire che di soldi ce ne sono e quando si vuole si trovano. Se si trovano, e si trovano, per certe cose non si vede -o meglio si vede benissimo!- perchè non si dovrebbe trovarli per altre.
Ma ci sono argomenti e proposte molto più interessanti.
Siamo plagiati dalla cultura "mercatista". Quando parliamo degl ingenti investimenti necessari alla creazione di un processo produttivo, i soldi, essa ci induce a pensare che si tratti solo e semplicemente di denaro. E ci fa dimenticare che l’investimento in denaro rappresenta semplicemente l’equivalente monetario di ben altro e di ben più importante Vale a dire risorse naturali. Petrolio, aria, acqua, fotosintesi clorofilliana, vegetali, animali terrestri e marini, sole, terra, metalli, legno, pietra, minerali dei piu svariati tipi, capacità lavorativa e molto, molto altro.

Vediamo un po’. Per realizzare qualsivoglia progetto sono necessarie sostanzialmente tre cose che, nella nostra odierna situazione, non si possono reperire senza pagamento in denaro. Attrezzature di vario tipo e genere. Materiali di vario tipo e genere. Attività umana, che oggi viene chiamata lavoro . E se provassimo ad immaginare qualcosa di diverso? Senza che ci sia bisogno il denaro? Il famoso pagamento "in natura" per esempio. Perchè no? Vi ricordate il buon Renzo che brandiva due bei capponi capovolti agguantati per le zampe? Anche qui assolutamente niente di nuovo. Le Ditte che fabbricano reti da pesca forniranno ai cittadini lacustri impegnati nel progetto ottime reti da pesca per la pesca. I cittadini non pagheranno. Il valore equivalente, in moneta o denaro, verrà detratto alle medesime Ditte fornitrici dal pagamento delle tasse allo Stato Centrale. Che al contempo si troverà sgravato da una infinità di incombenze fiscal-burocratiche. Molti piccioni con una fava! Non ultimo quello di sapere con certezza dove come e perchè vanno a finire le risorse disponibili del Paese! Vi pare poco?
Insomma le Ditte produttrici di attrezzature necessarie alla realizzazione di progetti pagheranno parte delle loro tasse "in natura" fornendo gratuitamente alla comunità locale attrezzature e materiali per la realizzazione del progetto.. Lo stesso dicasi per le Ditte fornitrici di barche, di apparecchiature per il trattamento e la conservazione del pescato e/o per il ripopolamento ittico. O di qualsiasi altra cosa. E così e così via.
E i lavoratori creativi? Con quali soldi li paghiamo? Una parte consistente del loro salario potrebbe essere corrisposto con lo stesso identico criterio. Vale a dire "in natura". Pasta, uova, olio, pomodori pelati e....capponi. Forniti gratuitamente da Ditte del campo alimentare tramite il meccanismo descritto della fiscalità "in natura". Ma una parte soltanto, sia ben chiaro. Il rimanente con denaro pubblico "sottratto" alla evasione fiscale, alle corruttele e, per finire, alla rendita finanziaria. Oltre che, evidentemente con il denaro ricavato dalla vendita del pesce fresco o conservato. Se si decide di venderlo ricavando denaro. Il prezzo potrebbe essere di mercato oppure "politico" al fine di incentivare il consumo di buon pesce nostrano. Ma potremmo anche immaginare di uscire definitivamente dalla logica della economia di mercato facendolo pagare....nulla. Regalandolo, insomma. In questo caso il consumo di buon pesce nostrano sarebbe più che incentivato! Vedete quindi che se e quando si vuole si può. O meglio si potrebbe.
E con questo, carissimo romantico impagabile eroe, pensiamo di aver risposto anche all’ultima spinosissima domanda delle ben 6 (sei) che cia hai posto. Giustamente. La nostra interlocuzione si rivela, ogni giorno che passa, sempre più stimolante. Grazie.

Un’ultima riflessione dobbiamo ai nostri lettori, come promesso, sul fenomeno dei filetti surgelati di pangasio che pur arrivando in aereo dai lontanissimi lidi vietnamiti sono in grado di fare una spietata concorrenza ad ogni altro tipo di pesce, surgelato o no, di origine più o meno nostrana e non nostrana. Provate a studiare con impegno sulle -e tra- le righe del post recentemente pubblicato "La fisica e....il fare soldi" e troverete la soluzione del rebus.
In ogni caso non mancherà l’occasione di ritornare sull’argomento del perchè e come mai le moltitudini pagano, e pagheranno, costi altissimi per consentire a qualcuno di commercializzare, per brevi periodi, prodotti a prezzi che sembrano stracciati o stracciatissimi.

Un cordialissimo saluto al nostro romantico ed impagabile eroe oltre che, ovviamente, ai nostri pochi ma affezionati lettori

Gruppo di Resistenza Umana di Verbania

(fine)
 

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