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giovedì 28 aprile 2022

Sull'orlo del baratro 1

 Prima puntata



Mi sembra doveroso iniziare questa piccola serie a puntate, con una premessa “metodologica”. Per così dire.

Doveroso al fine di evitare spiacevoli equivoci. Possibili, probabili e, vista l’aria che tira, quasi certi.

Come ho cercato di far rilevare nel precedente post “Pazzi, cerini e....polveriere”, il campo dei commentatori sembra essere diviso in due fazioni nettamente contrapposte.

Da una parte quello che potrebbe essere definito il campo del pensiero unico, superficiale ed acritico. Secondo il quale la questione sarebbe semplice. Da una parte aggressori. Dall’altra aggrediti. Noi stiamo, evidentemente, con gli aggrediti e dobbiamo fare  tutto il possibile per aiutarli, anche militarmente, a difendersi dagli aggressori. E -la novità-, se del caso, contrattaccare. Naturalmente per difesa preventiva.

Questo Campo è davvero Largo. 

Ma non esprime soltanto unicità di pensiero, superficialità ed a criticità. Esprime anche protervia, arroganza, sicumera. Nonché un certo grado di ottusità. Basi psico-intellettuali di ogni conflitto.

La cosa diventa di evidenza solare nel momento in cui il campo largo bolla sistematicamente come guerrafondai pro-Putin chiunque, del campo ristretto, cerchi di ragionare. Allargando la sguardo.

Mi onoro di appartenere al campo ristretto di coloro che cercano di capire. Ragionando. Nonostante gli appartenenti al campo largo sostengano che non c’è niente da capire perché “più chiaro di così non si può”. Quindi respingo preventivamente e categoricamente qualsiasi tentativo di neutralizzare il bisogno di capire. Ragionando.  Bisogno profondo. Almeno per noi del campo ristretto. L’unico, forse che potrebbe portarci da qualche parte che non sia la Grande Catastrofe Finale. 

Ma non basta. Ci sono altre possibili fonti di equivoco. Spiacevole. Non solo. Soprattutto paralizzante. Il che in una situazione come quella nella quale ci troviamo ci porta dritti dritti nel baratro. 

Tentando di ragionare sulle cause profonde e remote del terribile presente -ma anche passato- stato di cose, è praticamente certo sentirsi accusare, oggi come oggi, di “complottismo”. Nel senso che dal campo largo dell’ottusità viene praticata quella “argomentazione” secondo la quale chiunque cerchi di scavare dentro e dietro gli avvenimenti come si presentano, per cercare di com-prenderne le dinamiche interne, non espressamente evidenti alla superficie dei medesimi, sarebbe un “complottista”. Affetto per giunta da “dietrologia”. E, come se non bastasse, da “ben’altrismo”. E, persino, di nénéismo! Per non parlare del nuovo di zecca "complessismo". Per finire, si spera, con l'ormai inflazionato "negazionismo".

Respingo preventivamente, nella maniera più ferma e categorica tali “argomentazioni”. Anche se mi rendo conto che il campo dell’ottusità si estende ad una costellazione di posizioni  becere, di  banale “crticismo acritico”, che trovo estremamente fastidioso. Ormai bollate -giustamente -come “terrapiattismo”. Campo al quale mi onoro di non appartenere.

Che se ne rendano conto oppure no, tutti coloro i quali accusano chi tenta di ragionare, di “pro-putinismo”, o di “complottismo”,  o di “dietrologismo” oppure di “ben’altrismo” fanno una operazione profondamente disonesta sul piano intellettuale. Ma questo sarebbe il meno. Il fatto è che dietro le loro ottuse sicurezze nascondono, tra le righe, un terrificante -non detto-

Ovvero.

Questo mondo va benissimo così come è. E noi siamo dalla parte giusta. Quella della Libertà, della Democrazia, dello Stato di Diritto, nonché dei Diritti Umani. E, dulcis in fundo, di uno Smisurato Benessere. Economico e non solo. Chi non è con noi è contro di noi. Ci mancherebbe che non ci armassimo per difendere questo immenso, indiscutibile, sacro Patrimonio Storico. E, se del caso, perché no?, contrattaccare. A scopo di difesa preventiva. Naturalmente.


(continua)