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giovedì 21 novembre 2019

CAPIRCI QUALCOSA

Riceviamo e pubblichiamo





Cari ragazzi resistenti,
se devo essere sincero sono un filino preoccupato. L’anno scorso dicevo: ”siamo alla frutta”. Sei mesi fa “siamo al dolce”. Poi, col passare delle settimane, siamo arrivati al caffè e all’ammazzacaffè. Oggi, novembre 2019, dico che siamo al Conto. E che non ci sono i soldi per pagarlo.
Seguo quotidianamente, tra una scaramuccia e l’altra, notiziari e dibattiti. Miliardi di parole vengono sprecate su dettagli di minore importanza. Esperti e controesperti sgusciano di mano come anguille e dopo le loro incredibili arrampicate sugli specchi, alla fine, ne capisco un po’ meno di prima. Se possibile. Non su COSA succede ma sul PERCHE’ quello che succede succede.  E’ chiaro che Venezia va sotto perché la marea si alza. Ma voi, che dovreste essere intelligenti, capite bene che non è questo il punto. Potete darmi una mano a capirci qualcosa?

Sempre vostro, affezionatissimo Zorro


Carissimo,
grazie innanzitutto del “dovreste essere”.  Certo, possiamo cercare di darti una mano. Però, scusaci, ma tu li hai letti .-meglio, studiati- i cosiddetti “Post” che abbiamo postato in tutti questi anni?  Riprovarci. Vedrai che ti aiuteranno parecchio. A capirci qualcosa.

I fatti accadono. Chiari, brutti, rotondi, pesanti, inequivocabili. Da Taranto dove un enorme numero di cittadini si trova a dover “scegliere” se morire di cancro, di fame o di nonsenso. O di tutti e tre.
A Genova, ma non soltanto, dove i ponti crollano facendo precipitare nel vuoto quelli che ci si trovano sopra e schiacciando quelli di sotto. A Venezia che va sotto il mare mentre la Grande Opera Salvifica giace inerte sul fondo. Del Mare. Di Soldi.  All’Italia intera che va sotto acqua e fango. Reale e metaforico. Per arrivare alla nostra piccola Provincia, dove, dopo un decennio, siamo ancora alla Guerra tra Poveri sulla dislocazione dell’Ospedale Unico, ora “Baricentrico”.

I fatti accadono. Sul perché i pareri si sprecano. Le cose sono “molto complesse”. E risposte semplici non vi possono essere. Così ci raccontano. Però qualche barlume di “semplice” verità  fa capolino. Ma per coglierla, caro Zorro, bisogna studiare.

Taranto. Sembra che l’inestricabile garbuglio senza vera via d’uscita sia dovuto, in verità, alla Crisi dell’acciaio. Eufemismo per non dire che si vende poco e sempre meno acciaio. E soprattutto per non dire che se ne produce troppo. E, tantomeno del perhché, e come mai, si produce troppo. Quando si vende molto sembra che non ci siano problemi. Molti utili. Molti stipendi. Molta spesa al Super-Mercato. Qualche briciola può essere persino impiegata da Sua Maestà l’Investitore per “risanare” e “mettere in sicurezza”. Quando non si vende i problemi, che c’erano anche prima e che non si vedevano, finalmente si vedono. Ma quando si vedono è tardi per fare qualcosa. Se provi a rileggerti -meglio, studiare- “Le vere ragioni.” pubblicato nel maggio 2018 ti può aiutare a  “capirci qualcosa” Lo trovi qui sotto appena dopo "Furbata leghista".

Genova. Una Colossale Opera -demenziale- per sostenere una demenziale “mobilità” di esseri umani e di Merci su Gomma, dopo almeno un decennio di “avvisaglie”, di trascuratezze, di rinvii, di prudenti considerazioni sulla inopportunità dell’allarmismo sociale e - in generale- di teste sotto la sabbia, viene giù. “Solo” 43 morti. In altro momento avrebbero potuto essere migliaia.
E’ il caso più “spettacolare”. In Italia, e non solo, sono a dozzine. Meno “spettacolari”. Ci dispiace. Reagiremo. Con un ponte nuovo. Un pochino meno demenziale del precedente. Se dovesse andar giù non andrà giù tutto in un colpo ma solo a piccole porzioni. In ogni caso la demenziale mobilità su gomma privata resta. Chiaro.

Prova a rileggerti -meglio, studiare- “Fare soldi ed agire razionalmente” pubblicato nel febbraio 2015.

Lo stesso dicasi per Venezia.  In totale una trentina di anni per NON avere la Grande Opera Salvifica che, probabilmente non salverebbe un bel niente, ammesso e non concesso che mai arrivasse ad entrare in funzione, per il “semplice” motivo che il problema di Venezia è “evidentemente” un altro. Non risolvibile in modalità semplicemente “meccanica” con delle paratie “a scomparsa”. Ma che non si vede. O si fa finta di non vedere. Il vero problema. Con il supporto -naturalmente- scientifico, -per i “non vedenti”- di esperti e controesperti. Prezzolati. Un patrimonio millenario di collettiva, oculata, delicata, intelligente,  prassi costruttivo-manutentiva, gettato nella pattumiera della Storia in nome dello Sviluppo. Petrolifero e Turistico.  E che deve -dovrebbe- essere recuperato-il patrimonio- e posto a guida della “politica”. Pena la morte. Di Venezia. Chiaramente non si farà.

Vai a “Soldi da spendere”  febbraio 2914.

E veniamo finalmente alla nostra piccola e sperduta Provincia dalla tormentata orografia vallivo- lacustro-montana. Passato almeno un decennio ci risiamo. Guerra tra poveri. Qualche novità però c’è. Non si discute più sulla UNICITA’ dell’Ospedale Unico’. Tutti d’accordo. Meno uno. Si discute su dove sta il fatidico “BARICENTO”. Di più.  Addirittura su cosa è -filosoficamente, materialmente e demograficamente parlando- un “baricentro”. L’altra novità è che i “politici”  hanno scoperto l’importanza della Medicina Territoriale. E da buoni “politici” la adoperano come foglia di fico.
Controprova:
SE esistesse sul nostro territorio  anche solo un minimo di Vera Medicina Territoriale Diffusa,  automaticamente la guerra tra poveri -e anche quella tra “politici”, su dove mettere il Baricentro non  ci sarebbe.  Non ci sarebbe perché la struttura sanitaria sarebbe contemporaneamente vicinissima a ciascuna piccola comunità comunale e contemporaneamente accentratissima per la Grande Specializzazione Specialistica..

Ma, come si sa, con i SE non si fa la Storia.

Prova a rileggerti -meglio,studiare- il post “Un DEA? Due DEA? Verbania? Domodossola?" Pubblicato 5 anni orsono, nel dicembre 2014 e vedrai che ti sarà di grande aiuto per capirci qualcosa.

Molti altri “post” che qui non ti elenchiamo, per non risultare pedanti professorini, potrebbero aiutarti. Prova a scorrazzare.
Parentesi. Sergente Garcia, se ci sei batti un colpo!

Scusaci per la “rozzezza” ma -sanamente- rozzi siamo. E vogliamo rimanere Grazie.
Sei sempre nei nostri pensieri.

G.U.R.U.
Gruppo di Ultima Resistenza Umana
Sede di Verbania


giovedì 13 giugno 2019

Il punto




Nell’ormai lontanissimo 2013 e dopo ben due vite di tentativi -regolarmente falliti- per “cambiare” il mondo ci ritirammo da esso, esausti,  a meditare. In considerazione della età quasi veneranda dei soggetti implicati, forte fu la tentazione di lasciare definitivamente perdere. Considerammo allora la possibilità di avviarci sul sentiero di una salutare lontananza. E del, forse un po’ meno salutare, oblio.
Ma una serie di circostanze storiche e psicologiche ci “costrinsero”, purtroppo, a ripensarci. 

Dobbiamo tenere presente che ci si trovava, in quel momento, a ridosso dello spaventoso crack finanziario americano che produsse pesantissimi scricchiolii nell’Edificio Economico Mondiale che ospita le nostre, più o meno sconquassate, esistenze. Addirittura ritorno’ in auge, in quegli anni, la impronunciabile parola che credevamo di aver sepolto per sempre insieme al defunto “Comunismo”. Ovvero “Capitalismo”. Fu, per noi inguaribili, una sferzata di energia.  Allora la Storia era tutt’altro che “finita”! Qualcosa, allora, si poteva, e si doveva, ancora dire! Ci rimettemmo al lavoro. Ma cercando di evitare, per quanto possibile, i plateali errori e le imperdonabili ingenuità della fase “giovanile”.
Fondammo in poche settimane un gruppo di ultima resitenza umana che immediatamente si dotò, utilizzando le meravigliose opportunità della moderna tecnologia telematica, di un “Blog” a costo  praticamente meno di zero. Che chiamammo, azzardando non poco, “Pensieri di Zorro”. Tra le tante “cavolate” del passato avevamo commesso quella di prenderci decisamente sul serio. Troppo. Non volevamo ricadere in questo marchiano errore. E poi ci sembrava un titolo fantasioso. Fuori dallo schema paludato e serioso della cosiddetta “politica”.  E poi ancora ci piaceva il richiamo a questo romantico eroe mascherato in perenne lotta .-vincente- contro i potenti. Al fioretto ed alle strabilianti doti di spadaccino avremmo sostituito l’arma della parola scritta. Ma, a differnza del passato, avremmo dovuto lasciar perdere i dettagli, nonchè le pastoie della militanza attiva e diventare pensatori “radicali”. Nel senso proprio del termine: andare alla radice. E così facemmo. O meglio, cercammo di fare.
Non ultimo il fatto che con quel bizzarro nome e senza minimamente volerlo, ci siamo ritrovati in testa ad una interminabile lista di siti. Con grandi vantaggi di “visibilità”.

Due parole, per concludere, sulla faccenda della clandestinità, per la quale siamo stati spesso aspramente criticati. Siamo persone assolutamente qualsiasi che ci tengono immensamente a rimanere tali. Capiamo che in tempi di sfrenato protagonismo ciò possa risultare quantomeno strano. Siamo altresì convinti del fatto che se qualcosa possa mai avere una qualche importanza essa riguarda quello che viene detto e non chi lo dice. Soprattutto se lo diciamo noi. Signori Nessuno a tutti gli effetti. E poi.
Ma ve lo immaginate uno Zorro in piena azione e senza mascherina? O, ancora, una seria, ultima resistenza umana che fornisce al Potentissimo Nemico Storico Globale Numero Uno, nome, cognome, indirizzo, fotografia a colori e numero di telefono? Suvvia!
Provate a leggere, meglio studiare; uno a caso dei nostri post e poi diteci se abbiamo, o non abbiamo, ragione.