Translate

lunedì 19 settembre 2016

KIRGHISIA (2)

Seconda e ultima puntata



Come avrete certamente notato qualche mese è trascorso dalla pubblicazione dell’ultimo post “Kirghisia (1)”
Ma non siamo stati con le mani in mano.
Potete crederci oppure no. Muniti di parecchi rotoli di carte dettagliate abbiamo battuttuto -quasi- palmo a palmo gli sconfinati territori dell’Asia centrale. Dai Monti Urali alla Mongolia e il deserto di Gobi, dalle pendici della catena Himalayana  fino all’Altopiano Centrale Siberiano ed alle desolate coste che si affacciano sul Mar Glaciale Artico. Siamo nati e cresciuti prima dell’avvento di Internet sul quale c’è tutto e quindi ci è rimasto il gusto di constatare di persona e sul posto. Nel Sud Ovest di questo immenso continente abbiamo trovato l’enorme Stato del Kazakistan con la sua sterminata Steppa dei Kirghisi e persino un meno grande Kirghizistan con capitale Bishkek  ed un Pil pro capite di soli 1400 euro all'anno. Non sostanzialmente diverso da tutti gli altri Paesi del mondo. Meglio: di questo mondo. Non può essere lui.

Che ci crediate o no, del Paese di Kirghisia raccontatoci da Silvano Agosti e nel quale:

-le persone lavorano solo tre ore al giorno a stipendio pieno, con grande beneficio della produttività e della loro salute mentale e fisica;

-non esistono le “ferie” perchè le persone possono gestirsi l’intera vita come desiderano;

-non esiste corruzione politica  perchè chi si assume oneri gestionali di carattere pubblico lo fa per passione civica ed a stipendio normale;

-le droghe sono quasi scomparse e le medicine restano invendute per il semplice fatto che le persone sentendosi realizzate sono felici:

-ci sono due distinti Governi, uno che si occupa della ordinaria amministrazione e l’altro che si occupa di strategia progettuale sul medio-lungo periodo;

-la scuola tradizionale, nozionistica, noiosa e poco amata da bambini e giovani non esiste perchè non si “studia” (è annichilente) ma si impara (è entusiasmante).E si impara giocando fino all’adolescenza e poi in “case” la cui frequentazione è libera ad ogni età. La casa della Filosofia, quella della Geografia, quella della Storia,  del Corpo Umano, e tante altre.....fino alla casa del Cinema e perfino quella dei.....Sogni;

-i pochissimi che delinquono non vengono rinchiusi in carcere ma sono obbligati a stare tra le persone normali vestiti di un determinato colore. Giallo per chi ha rubato, viola per chi ucciso....e così via;

-ogni anziano è nominato ad honorem insegnante di vita;

-tutti mangiano gratuitamente un duon pasto “sociale” al giorno pagato con i soldi che prima si spendevano inutilmente in armi, prigioni,tribunali,poliziotti, insegnanti, sigarette, alcool, prostitute, ministri e deputati;

-al raggiungimento del 60° anno di età tutti hanno diritto a mangiare gratuitamente anche la sera in ristorante a scelta, a circolare liberamente su autobus, metropolitane, treni ed aerei nonché a frequentare cinema, teatri, mostre e concerti senza alcuna spesa; e, dulcis in fundo..........

-chi desidera fare l’amore, donna o uomo che sia, si appunta sul petto un fiorellino azzurro...........

........nonché una infinità di altre cose belle, buone, giuste, utili, intelligenti e....di elementare buon senso.
(a proposito. comperate il libro e leggetelo. Anzi......studiatelo!: Potete reperirlo presso www.silvanoagosti.it oppure su  silvanoagosti@tiscali.it ).

Ebbene di questo favoloso Paese,  dopo averne viste di tutti colori e di averne passate di cotte e di crude come ben potete immaginare, di questo favoloso paese dicevamo.....nemmeno l’ombra!
Al punto che ha cominciato a farsi strada nei nostri affaticati cervelli l’idea che il buon -e bravo- Silvano si sia inventato tutto.

Siamo andati a rileggerci con attenzione la prima lettera che , su autorizzazione dell’autore, abbiamo integralmente riportato nel post precedente. Andate a rileggervela e vediamo se concordate con noi.
Crediamo di aver individuato quello che potrebbe essere il passaggio rivelatore a proposito della reale esistenza del favoloso Paese.
Laddove l’autore dice:

“Arrivando in Kirghisia ho avuto la sensazione di “tornare” in un luogo nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perchè da sempre sognavo che esistesse.”

Qui, forse, sta la chiave dell’enigma. Da che cosa potrà mai derivare questa sottile sensazione di “tornare” in un luogo mai visto prima? L’apparente contraddizione trova, a nostro parere, un senso compiuto abbastanza preciso nella frase successiva.: “Forse perchè da sempre sognavo che esistesse”. Chi può dirci infatti con esattezza “scientifica” dove stanno e di che tipo sono gli “esatti” confini tra desiderio, immaginazione e realtà? Non fanno forse parte -desideri ed immaginazione- della realtà? E ancora: non sono forse il desiderio e l’immaginazione il frutto della realtà bio-psichica dell’uomo vivente? E quindi della Realtà Vivente in quanto tale?  Non abbiamo forse stampato dentro di noi il “ricordo” di un possibile futuro di terrena e terrestre felicità? Non è forse questo a farci .
-segretamente- mal digerire questo mondo? Il regno del possibile è più piccolo o più grande di quello dell’immaginabile? E ancora: le cose impossibili sono impossibili perchè lo sono o perchè noi immaginiamo che lo siano?

Come si vede la questione è un poco intricata. Ma un sottile filo rosso può essere rintracciato.

Resta il fatto che del paese descritto minuziosamente da Silvano, dopo aver percorso parecchie decine di migliaia di chilometri in lungo ed in largo negli sconfinati territori dell’Asia Centrale con i più svariati mezzi di trasporto pubblici e “privati”, dai treni agli autobus, dal dorso di mulo a quello di cammello, dalle chiatte fluviali ai puri e semplici piedi, lo ripetiamo,  .......nemmeno l’ombra.

Forse abbiamo indebitamente scelto l’Asia Centrale suggestionati dal suono kirghiso di Kirghisia mentre essa si trova da tutt’altra parte. Eppure ci pare che l’autore faccia un accenno esplicito al continente asiatico....... Mah.

E poi. Ma se esistesse davvero un paese del genere di quello descritto da Silvano potrebbe mai la cosa passare sotto silenzio mediatico totale? Non potrebbe. Diciamoci la verità.
No. Dopo questa faticosa ma istruttiva ricerca sul campo che ha comportato, tra l’altro, diversi mesi di silenzio per i nostri preoccupati lettori, siamo arrivati alla conclusione che Kirghisia non esiste.

Attenzione. Abbiamo detto che non esiste. Non che non potrebbe esistere.
E qui viene il bello per tutti noi oggi e qui.

Allora la domanda davvero cruciale potrebbe essere questa:
che cosa diavolo (come direbbe il nostro romantico eroe) ci impedisce di farlo esistere?

Si perchè se un mondo di elementare, dicesi elementare buon senso come quello tratteggiato da Silvano nel suo libro “lettere dalla Kirghisia” ancora non esiste sulla faccia di questo pianeta nè se ne intravedono all'orizzonte segni premonitori, se nonostante millenni di magnifiche sorti e progressive delle scienze scientifiche ed umane un mondo diverso e nuovo, portatore di una infinita serie di vantaggi economici, sociali e psicologici  non si è potuto ancora realizzare in millenni e millenni di cosiddetta civiltà, beh...........allora deve esserci per forza una ragione.
Che cosa ce lo ha impedito? Che cosa ce lo impedisce? Chi ce lo impedisce? E perchè?
La pertinente -anche se impertinente- domanda la rivolgiamo in contemporanea ai nostri  attenti lettori nonchè a Silvano Agosti autore dell’interessante libro più volte citato.

Ma, come dice il Sergente Garcia, la sezione “Commenti” continua ad essere desolatamente vuota.

Cari lettori, che i vostri ostinati silenzi siano dovuti alla vaga consapevolezza che incominciare a parlare di siffatte questioni, sebbene elementari, potrebbe essere.......pericoloso?

Almeno su questa ultima questione di metodo cosa ne dite di incominciare ad esprimervi?




Chi desidera esprimersi può farlo 
o direttamente nella sezione commenti
 o mandando una e-mail a 
pensieridizorro@gmail.com





-

-

-