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lunedì 4 gennaio 2016

Ancora CEM: l'intervento del Sergente Garcia






Carissimi del GRUV,
ho appena ricevuto una missiva dal mio acerrimo "nemico" sulla questione del CEM che vi giro per valutare se pubblicare o no. Il mio dubbio non deriva dalla sostanza dell’intervento che condivido pienamente ma da altri due fattori che passo brevemente ad esporvi.
Primo fattore.
Il mio fedelissimo "nemico" dà una interpretazione decisamente colorita dell’acronimo in questione. Per lui "CEM" non starebbe per "Centro Eventi Multifunzionale" bensì per "Cazzata Enorme Metropolitana". Decisamente pesantuccio vi pare? E’ posibile che i nostri lettori e soprattutto le Autorità Competenti, turbati da questa colorita interpretazione possano avere reazioni inconsulte? E’ forse il caso di censurare il passaggio?
Secondo fattore.
Il Sergente sembra adombrare la tesi che La Cazzata Enorme Metropolitana, come lui la chiama, imputabile alla Amministrazione Zacchera, sarebbe stata una meraviglia se fosse rimasto un "semplice" teatro da piazzare in piazza fratelli Bandiera come da primo progetto targato Arroyo 1 - Zanotti. Non condivido per niente accidenti! E per almeno due motivi vivaddio! Primo motivo di carattere estetico-urbanistico: se vogliamo parlare di decenti rapporti tra archi-scultura e spazio circostante che la ospita, l’attuale collocazione è, secondo me, decisamente più adatta anche se l’"opera" è comunque troppo ingombrante. Figuriamoci in Sassonia! Secondo motivo di carattere metodologico: il CEM attuale non casca dalla luna sulla-nella testa del "povero" Zacchera. E’ il frutto di una storia sbagliata fin dalle origini. Origini, non dimentichiamolo, messe in campo dall’amministrazione Zanotti che mantiene, intatte, pesanti responsabilità riguardo al tipo di "evoluzione" - dal male al peggio- che la vicenda ha avuto. E avrà. Per il quale -Zanotti- adesso è facile nascondersi dietro ad un dito, o... dietro una foglia di fico come preferite.
Cosa ne dite?
Facendovi notare che la vostra frequentazione sta producendo una certa qual nuova raffinatezza nel mio modo di esprimermi, vi saluto cordialissimamente

Zorro



Siamo perfettamente d’accordo con te e su tutto! Anche sul fatto che il tuo linguaggio sta migliorando a vista....di post. Siamo per la pubblicazione integrale, senza censura alcuna, del testo fattoti pervenire dal Sergente. Quindi procediamo. Per quanto riguarda l’opzione dito o foglia di fico saremmo più propensi per la seconda. Accattivante! Infiniti ringraziamenti per l’interessante intervento al tuo acerrimo nemico.




Carissimo "nemico"

seguo sempre i tuoi "pellegrinaggi culturali" attraverso argomenti più disparati. La tua poliedricità è ammirevole e devo confessare che faccio una certa fatica a seguirti, Il mio modesto bagaglio culturale, non mi aiuta.
Questa volta però hai toccato un argomento per me difficile da ignorare, ma soprattutto perché poni alcune domande, alle quali tu chiedi delle risposte. Vorrei provarci io.
Intanto quello che viene chiamato C.E.M non può che essere l’acronimo di Cazzata Enorme Metropolitana, ma felicemente battezzata anni fa "Boiata" da una persona molto più addentro alle cose del sottoscritto.
Che sia una "Boiata" credo non vi siano dubbi. Lo spazio consumato nella sua costruzione non ha riscontro con quello fruibile all’interno. La montagna ha prodotto un topolino.
Rispetto al progetto iniziale di Piazza Macello, figlio di un CONCORSO INTERNAZIONALE, questo di fronte lago non ha seguito questo iter. Tutto regolare?
Una campagna elettorale contro quel Teatro perché i costi previsti pari a 13,5 milioni di euro, erano troppi. La "Boiata" sul lago ne costerà, se va bene, almeno 19,5 milioni. Che risparmio!
In quella piazza, il Teatro aveva senso perché rivitalizzava un quartiere (la Sassonia) restituendogli un ruolo centrale nella città che il nuovo ponte sul S.Bernardino gli garantiva.
La "Boiata" è stata invece collocata fuori dal centro abitato e oltretutto in una zona senza parcheggi. Infatti questa Amministrazione, per limitare i danni ha già deciso di realizzare un parcheggio multipiano nella zona ex- gas. Altra spesa in più! Ma se ne può fare a meno?
Sulla struttura interna, faccio solo una considerazione.
In tutto il VCO, questo è l’unico teatro con la buca per l’orchestra. Un vantaggio enorme, che consente di programmare anche la rappresentazione di opere liriche. Ma c’è un problema.
Il teatro, ha una capienza massima di 600 posti, che si riducono a 400, quando la buca è occupata dall’orchestra. Qualcuno dovrebbe spiegare come si possa pensare di pareggiare almeno i costi di una rappresentazione lirica con 400 spettatori paganti. Ma quanto deve costare un ingresso? Forse la risposta la potrebbe dare chi ha approvato a suo tempo, il piano di gestione, o no?
Veniamo alle domande sul VIP, il Cinema sociale di Intra e quello di Pallanza.
Si poteva riutilizzare il VIP? Si può fare tutto, basta accontentarsi. Il VIP aveva un’acustica penosa. Chi come me ha assistito alle commedie delle Stagioni teatrali, se aveva la sfortuna di sedere lontano dal palco, non sentiva una "mazza", a meno di tappezzare le pareti con altoparlanti. Si può considerare un ambiente siffatto un "Teatro"?
La città, meritava qualcosa in più.
Parliamo del Cinema sociale di Intra.
I vecchi proprietari del Teatro Sociale di Intra, a fine degli anni 50 decisero di sciogliere il sodalizio vendendo le loro quote. Il Teatro sociale fu demolito per poter realizzare quell’obbrobrio che tutti vediamo, contenente una sala cinematografica.
Una sola volta là fu organizzata una recita teatrale con una Compagnia di professionisti. Risultato: gli attori si dovettero cambiare sulle scale che portavano verso l’uscita, perché nessuno aveva previsto di realizzare dei camerini e dei bagni. Si poteva pensare di fare altre rappresentazioni?
Veniamo infine al Cinema sociale di Pallanza, per il quale va detto che al pari del Teatro Sociale di Intra era, sino al 1960, un teatro con tanto di palchi e loggione e platea a pianta ellittica. Anche questo fu ahimè demolito per far posto ad una sala cinematografica.
Come hai ricordato tu, qualche anno fa nel tentativo di dissuadere l’Amministrazione comunale dal realizzare la "Boiata", quasi 3000 cittadini sottoscrissero una petizione in tal senso. Sappiamo tutti come è andata a finire.
Il Cinema sociale di Pallanza, volendo, poteva essere riconvertito in Teatro, dotando la città di una struttura dignitosa e adeguata alle sue esigenze. Il futuro prevede invece che lo stabile venga destinato ad abitazioni
(guardacaso! ndr) salvando a pianterreno una sala multiuso da 150 posti. Capirai che vantaggio!

Caro "nemico" non so se sono stato esaustivo, ma questa è, per sommi capi la storia, così come la conosco.
Purtroppo, pur davanti all’evidenza, l’irriducibile difensore della "Boiata" si rifiuta ancora oggi di riconoscere l’errore, e invece di starsene zitto continua a sproloquiare, rifiutandosi di riconoscere le sue responsabilità amministrative. Ed è rimasto solo, perché i suoi sodali del tempo, si guardano bene dall’intervenire!

Hasta la vista caballero!
Sergente Garcia




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