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sabato 14 febbraio 2015

Libera Economia e.......libertà

ovvero
soliloquio dell'uomo qualsiasi




Il posto di lavoro ce l’ho. Per fortuna. Fino a quando non si sa. Speriamo bene. Ma tra questo e dire che mi sento soddisfatto ce ne corre. Quello che mi piacerebbe davvero, a questo punto della mia vita, sarebbe avere una attività lavorativa che possa sentire profondamente mia. Nella quale poter esprimere me stesso. Che mi piaccia e che abbia un senso profondo. Per me e per la comunità che mi circonda. Una attività nella quale io possa sentirmi umanamente realizzato. Una attività non monotona e ripetitiva. Interessante. Piena di novità. Che non esaurisca la mia esistenza. quindi con del tempo libero. Diciamo 50%. Per fare altro. Escursioni, letture, studio, aggiornamento, informazione, rapporti con i familiari, con gli amici. Tempo libero per interessarmi alla gestione della cosa pubblica nella mia realtà locale. O per intraprendere veri viaggi di scoperta a due passi da casa. A piedi o in bicicletta. E tanto altro ancora di bello e di buono.
Invece no.
Sono praticamente inchiodato ad un posto di lavoro. Cosa affatto diversa da una attività lavorativa. Si badi bene: posto. E devo ritenermi fortunato! Per ora ce l’ho. Il posto di lavoro. Fino a quando non si sa. Ben peggio potrebbe andare. Pensa ai disoccupati, ai licenziati, agli "esodati", agli pseudo assistiti che il fatidico posto non l’hanno mai avuto o se l’hanno avuto l’hanno perso! E a quelli che con ogni probabilità non ce l’avranno mai! In queste condizioni pretendere la creatività, la soddisfazione, l’autorealizzazione? Lussi! Cara grazia portare a casa quattro soldi senza i quali puoi pure crepare di fame o vivere da barbone. O da eremita. O pietendo assistenza. Come preferisci! Puoi persino preferire! Più libero di così....Si perchè senza denaro la spesa non si può farla e allora qualsiasi cosa va bene. Pur di non restare senza denaro.
Si potrebbe rubare. O il denaro per fare la spesa o la spesa direttamente nascondendola nelle tasche del cappotto. Ma prima o poi, più prima che poi ti beccano e allora finisce male. Malissimo. Meglio lasciar perdere certe idee... almeno per ora......
Insomma datemi e mantenetemi un posto di lavoro. Purchessia, qualunque. Non mi interessa a fare che cosa, perchè e come. Ripeto: non mi interessa. Posto di lavoro è un eufemismo per dire stipendio. Lo sanno tutti anche se fanno finta di non saperlo.
Certo quando una attività lavorativa diventa un posto di lavoro le cose prendono una piega del tutto particolare. Flessibilità vuol dire licenziabilità. Che, come è noto, serve ad aumentare le possibilità di trovare lavoro. Creatività diventa eseguire senza pensare o pensando imprenditoriale. Tantomeno discutere. Più che esprimersi farsi...spremere. Al posto del realizzarsi realizzare. Produttività. Piacermi? Ma il piacere non c’entra con il lavoro! Non monotono? Dobbiamo o non dobbiamo esere produttivi se vogliamo crescere? Guarda i cinesi. Tempo libero? Ma se ci fanno lavorare anche di domenica! O con turnazioni massacranti. Il bello è che c’è la disoccupazione e i consumi precipitano. Ma non ragioniamo troppo. Gli inconvenienti sono tanti ma non importa. Devo pur mangiare ed avere un tetto sulla testa. Il resto sono chimere. Utopie. Libri dei sogni. Certo se dovesse ulteriormente peggiorare....in casi estremi resta sempre la libera possibilità di...... suicidarsi. Ma non mi sembra una buona soluzione.......almeno per ora.................
Certo che in questo sistema l’economia sarà anche libera.
La questione è che io, purtroppo, da bravo uomo qualsiasi, non sono libero dall’economia. Altri si. Ma
non sono, evidentemente, uomini qualsiasi.




per comunicare con noi l'indirizzo è pensieridizorro@gmail.com

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